
DELFINUL ( = Delfino)
La prima unità subacquea della Marina Romena (tre battelli ordinati dalla Francia durante la prima guerra mondiale, erano stati da quest’ultima requisiti per esigenze belliche).
Il Delfinul era un progetto originale basato sulla classe italiana Sirena, ordinato dalla Marina Romena ai cantieri italiani di Fiume, ma il singolo battello (una seconda unità era stata proposta ma cancellata) vide una costruzione molto lenta dal ’27 al ’32) con alterchi sul completamento del contratto. Alla fine il Delfinul giunse in Romania ed entrò in servizio giungendo a Costanza il 27 Giugno 1936. Benché allo scoppiare del conflitto mondiale fosse un importantissimo elemento per l’Asse nel Mar Nero, il Delfinul presentava numerosi difetti tra cui basse prestazioni (autonomia di soli 15 giorni) e bassa affidabilità e qualità di macchinari e motori diesels. Mancava anche di siluri di riserva (portando solo i 6 disponibili nei tubi).
Allo scoppiare del conflitto venne immediatamente messo in mare, per una missione di ricognizione difensiva, durante la quale avvistò la flottiglia sovietica composta dall’incrociatore Voroshilov, dai conduttori Moskva e Kharkov e diversi destroyers che si impegnarono in un bombardamento costiero dagli esiti limitati, caratterizzati da una breve scaramuccia con due destroyers romeni e dal conseguente affondamento del Moskva su mina. Il Delfinul non riuscì ad avvicinarsi per attaccare ma avvertì le postazioni di terra delle manovre sovietiche.
Il mese successivo il Delfinul ebbe altri contatti con il nemico: a parte presenza di pattuglie nemiche, il 19 Luglio 1941 tentò di attaccare un sottomarino sovietico classe Malyutka con il cannone principale da 102mm, ma il mare pesante e l’arrivo di due idrovolanti impedì il compimento dell’attacco.
Il 3 Agosto 1941, quando si trovava in porto, il Delfinul ebbe danno alla torre (trapassata da parte a parte da una scheggia) a seguito di un bombardamento di Pe-2 e DB-3F.
La terza missione (Agosto), vide numerosi avvistamenti di unità scorta sovietiche, che impedirono attacchi. Il Delfinul venne per la prima volta fatto bersaglio di un attacco potenzialmente letale quando (vicino a Costanza sulla via del ritorno), venne mancato da un siluro sparato dal sottomarino M-33 sovietico: il battello nemico emerse brevemente e l’equipaggio del Delfinul sulla torre aprì il fuoco con mitragliatrice senza esito.
Diversi avvistamenti di potenziali bersagli avvennero durante la quarta missione (Settembre), tra cui l’incrociatore posamine Komintern, ma la forte presenza di unità della scorta impedì gli attacchi.
La quinta missione di Novembre vide invece il primo (ed unico) tentativo concreto: il 5 Novembre 1941 sparò un singolo siluro contro un bersaglio non identificato non lontano da Yalta. L’equipaggio avvertì l’esplosione e ritenne di aver centrato ed affondato il bersaglio per poi subire un presunto attacco di cariche di profondità. Il Delfinul si disimpegnò e rientrò in acque romene passando davanti alla costa Turca. Storici romeni hanno identificato il bersaglio come la petroliera sovietica Uralles (1975 GRT), che venne pertanto rivendicata come l’unico successo conseguito da una unità subacquea romena in guerra, mentre il comandante Costachescu venne decorato per la presunta vittoria. In realtà, stando agli studi più recenti, la Uralles era stata già colata a picco dalla Luftwaffe il 29 Ottobre e l’unica unità sovietica che passò per la zona di attacco durante l’azione del Delfinul era il posamine Ostrovsky che non venne colpito né notò l’attacco.
E’ ragionevole pertanto valutare l’attacco come uno dei comunissimi casi di erronea rivendicazione (tanto spesso fatte nel fronte orientale, a seguito di esplosione dei siluri sul fondale o sulla costa), e non è nemmeno probabile che il Delfinul sia stato oggetto di contrattacco sovietico, quanto piuttosto avrebbe semplicemente sentito esplosioni di bombe aeree lanciate dalla Luftwaffe contro altri bersagli sovietici.
Le ultime due pattuglie dell’anno (fine Novembre e Dicembre) furono prive di eventi e la prima venne rapidamente annullata a causa del mare pesante.
La prima missione del 1942 vede una ricognizione della costa turca, subendo un attacco senza danni da parte di aerei il 27 Maggio.
Decisamente più difficoltosa si rivelò l’ultima missione tra fine Giugno e inizio Luglio 1942. Il Delfinul vene inviato a est di Yalta, dove subì a partire dal 27 Giugno un pesantissimo attacco (oltre 240 bombe aeree) che causò danni leggeri. Altri danni (impatti di mitragliatrice sulla torre) arrivarono dopo un attacco aereo il giorno successivo mentre il primo Luglio 1942 (nel pieno dell’evacuazione sovietica della Crimea) si registrarono massicci attacchi aerei contro il Delfinul (immerso) che contò un totale di 268 esplosioni in prossimità.
Bisogna tuttavia sottolineare che tutti questi attacchi (benché riportati esplicitamente da fonti romene) sono in realtà negati da fonti sovietiche, che non riportano di tali azioni anti-sommergibile in quei giorni: moderne valutazioni russe indicano come in realtà potrebbe essersi trattato di lampanti casi di fuoco amico, poiché la Luftwaffe (al contrario delle forze aeree sovietiche) in quei giorni era attivissima in azioni antinave e anti-sommergibile.
Questa sarebbe stata l’ultima azione bellica del Delfinul: rientrato in porto, oltre alla riparazione dei danni, lo scafo rivelò di necessitare intensa manutenzione. Le condizioni dei cantieri Romeni non permisero di procedere rapidamente ai lavori per una serie di motivi: essi tendevano a dare la priorità agli scafi tedeschi, inoltre i Romeni stessi preferirono dirigere i loro sforzi nel completamento dei due battelli in costruzione, anziché rimettere in mare il Delfinul che difettava in termini di prestazioni e anzianità.
Il Delfinul cadde in mani sovietiche il 12 Settembre 1944, trovandosi ancora in secca e non in condizioni operative. Venne ufficialmente integrato nella Flotta Sovietica come TS-3 il 14 Settebre 1944 ma continuò a rimanere in condizioni non operative e venne ritirato dal servizio il 12 Ottobre 1945, per poi essere riconsegnato ai romeni (come sottomarino addestrativo statico a terra, essendo impossibile oramai il recupero, peraltro inutile) solo nel 1954. Rimase in tale funzione per un istituto civile fino agli anni ’70 quando venne demolito, con l’eccezione di alcune componenti (tra cui il cannone) preservate come memoriale.