
Boleslaw Romanowski è forse uno dei più significativi comandanti di sommergibili polacchi per diversi motivi. Egli ebbe il comando di un battello per il periodo di tempo più stabile, effettuando tutte le azioni belliche dello Dzik con le relative vittorie ottenute. Inoltre egli aveva precedentemente comandato il Jastrzeb prima del suo affondamento, in aggiunta ad altri incarichi di comando (tra cui il Sokol ma solo nel 1944).
Significative sono le vicende che lo videro coinvolto nel dopoguerra.
La stragrande maggioranza degli ufficiali delle forze polacche in esilio erano infatti leali al governo in esilio di Londra, essendo ostili al nuovo governo comunista.
Romanowski è stato l’unico comandante di un’unità navale della Marina, che decise dopo il conflitto di fare ritorno nella Polonia comunista anziché adeguarsi ad una vita in esilio in Inghilterra o negli Stati Uniti.
Egli si rese personalmente responsabile di prendere il comando delle unità navali stanziate in Inghilterra che erano di origine Polacca (quelle prestate dagli Inglesi erano state restituite), per poi condurle in madrepatria.
Come forse ci si poteva aspettare, la sua scelta inusuale venne accolta con diffidenza: egli finì temporaneamente vittima di una purga e incarcerato.
Tuttavia la sua esperienza di guerra dovette sembrare troppo importante per sprecarla dietro le sbarre di una galera ed egli venne rilasciato: negli anni a venire, Romanowski assunse (come prevedibile) incarichi via via sempre più importanti nella flotta della Polonia comunista.
Estremamente significativo fu il fatto che aveva conoscenza in prima persona delle tattiche navali delle forze occidentali (utilizzate ancora nella prima fase della Guerra Fredda) e non sorprende che egli fu un uomo chiave in diverse manovre navali congiunte delle forze del Patto di Varsavia nel Mar Baltico. E' morto nel 1968 avendo anche scritto un libro sulla sua esperienza bellica.